Franca Viola

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Immaginiamo una piccola provincia siciliana degli anni ‘60, una ragazzina di soli 19 anni, figlia di contadini rapita e stuprata da un uomo pericoloso, appartenente ad un clan mafioso, è questo lo scenario della storia di coraggio che vogliamo raccontarvi.

Quella ragazza risponde al nome di Franca Viola ed il 26 Dicembre del 1965 vide entrare in casa sua il Melodia, insieme ad altri 12 uomini, che devastarono la sua abitazione, aggredirono la madre e rapirono la ragazza, insieme al suo fratellino di 8 anni, che fu subito rilasciato.

Franca fu portata prima in un casolare abbandonato, poi a casa della sorella del suo aguzzino, sempre ad Alcamo, dove rimase segregata per 8 giorni, picchiata, violentata e lasciata a digiuno. Il 31 Dicembre i genitori del Melodia contattarono il padre di Franca Viola per organizzare la cosiddetta paciata, un incontro volto a mettere la famiglia dinanzi al fatto compiuto, e far accettare il matrimonio tra i due, un matrimonio che avrebbe riparato all’onore perduto della ragazza, che nonostante le atroci violenze subite era ormai considerata donna di poco valore perché disonorata.

Il padre e la madre di Franca in accordo con la polizia accettarono l’incontro e finsero di accettare la proposta, il giorno seguente la polizia fece irruzione nella casa in cui Franca era tenuta in ostaggio e arrestarono il Melodia. Nonostante quello che significasse in termini di reputazione nella Sicilia dell’epoca, le continue minacce di morte rivolte a lei ed alla sua famiglia, gli incendi dei vigneti e del casolare appartenenti ai suoi genitori, Franca non accettò mai di piegarsi al matrimonio riparatore, con coraggio affrontò il processo fino alla condanna del suo aguzzino.

All'epoca, la legislazione italiana, in particolare l'articolo 544 del codice penale recitava: "Per i delitti preveduti dal capo primo e dall'articolo 530, il matrimonio, che l'autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l'esecuzione e gli effetti penali"; in altre parole, ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di una minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto "matrimonio riparatore”, contratto tra l'accusato e la persona offesa.

Il coraggio di Franca fu innesco per un cambiamento epocale per la nostra giurisprudenza, l’eliminazione del matrimonio riparatore dal nostro codice penale, contribuendo così a garantire la libertà e dignità per molte altre donne.

DA LEGGERE, VEDERE, ASCOLTARE:

- Libro: Franca Viola. La ragazza che disse no

- Film: Il rifiuto

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