Malala Yousafzai

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Malala di a soli 16 anni è rientrata a pieno titolo tra le persone coraggiose che hanno subito violenza e messo a rischio la propria vita per autodeterminarsi. Malala, all’età di 11 anni, in una terra difficile come il Pakistan decide di scrivere un blog sul sito della BBC online dove racconta senza censure la sua vita da studente sotto al regime dei talebani nella valle dello Swat.

Per questo motivo 4 anni dopo, un talebano le ha sparato alla testa per darle una “lezione” ed indurla a tacere, dal momento che aveva osato sfidare il regime parlando di diritto all’educazione, di libertà e di autodeterminazione delle donne. Ma Malala, nonostante le gravi ferite, non ha smesso di parlare.

Malala, che scriveva per la sezione in lingua urdu della BBC online un diario anonimo sulla sua vita da studentessa, mercoledì 14 gennaio 2009 dichiarava: “Forse non potrò più tornare a scuola”: il direttore del suo istituto aveva infatti annunciato l’inizio delle vacanze invernali, ma non la data di ripresa delle lezioni.

E così fu, infatti il 15 gennaio 2009 i talebani ordinarono la chiusura di tutte le scuole femminili dello Swat. Più di 150 scuole erano già state fatte esplodere, sorte che di lì a poco sarebbe toccata anche alla scuola della ragazza. Malala e la sua famiglia furono costretti a fuggire dalla loro città assediata, Mingora, dove i talebani e l’esercito pakistano si contendevano la supremazia.

Ma Malala continuò la propria rivoluzione, battendosi per il diritto all’istruzione per le bambine e le ragazze, apparendo in interviste e programmi televisivi, prendendo parola senza mezzi termini, nonostante le continue minacce subite da lei e dalla sua famiglia, prese coraggiosamente parte a due documentari sull’educazione delle ragazze nella valle dello Swat intitolati: “La fine della scuola nella valle dello Swat” e “L’odissea di una scolara”.

Stabilitasi poi nel Regno Unito, ha dato seguito alla sua battaglia, parlando a 16 anni dinanzi alle Nazioni Unite indossando lo scialle appartenuto a Benazir Bhutto e lanciando un appello all’istruzione a favore dei bambini e delle bambine di tutto il mondo: “I terroristi pensavano di cambiare i miei obiettivi e fermare le mie ambizioni ma nulla è cambiato nella mia vita tranne questo: debolezza, paura e disperazione sono morte. Forza, coraggio ed energia sono nati.”

È stata la più giovane candidata per il Premio Nobel per la pace 2013. Il 10 ottobre 2013 ha vinto il

Premio Sakharov per la libertà di pensiero. Malala è apparsa sulla copertina del Time di maggio 2013 come una delle 100 persone più influenti del mondo emblema di “coraggio e convinzione”. “I talebani hanno fatto di lei una martire: sono riusciti nonostante i loro intenti a renderla un simbolo”.

DA LEGGERE, VEDERE, ASCOLTARE:

- Libro: Io sono Malala. La mia battaglia per la libertà e l'istruzione delle donne

- Fumetto: Malala. La mia battaglia per i diritti delle ragazze

- Film documentario: Malala (He Named me Malala)

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